La transizione ecologica voluta dal Parlamento europeo mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre le emissioni di Co2. Con la nuova direttiva UE “case green” il legislatore punta a ridurre sostanzialmente le emissioni degli edifici, fino ad azzerare (o quasi) i consumi energetici. Tuttavia, nonostante gli evidenti benefici che un fabbricato EPBD potrebbe portare a chi lo abita, quasi 1/3 degli italiani sembra intenzionato a non fare gli adeguamenti necessari.
Direttiva Case Green, cosa prevede la sfida della transizione ecologica
Sviluppata nel dicembre 2021 dalla Commissione Europea la direttiva UE 2024/1275 è stata oggetto di un lunghissimo iter ed è stata ufficializzata solo lo scorso maggio con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea. La versione definitiva prevede che le classi energetiche a cui siamo abituati (dalla A alla G) vengano sostituite da nuovi requisiti energetici che andranno a toccare prevalentemente i vecchi edifici. Si parla infatti di una riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030, che dovrà poi arrivare al 20-22% entro il 2035.
Gli obiettivi di Bruxelles rappresentano per il nostro Paese una sfida ardua e importante, visto che nel territorio nazionale è presente un patrimonio immobiliare piuttosto vecchio, nel quale circa la metà degli edifici sono classificati in classe energetica F e G. Riuscire a portare questi edifici decisamente poco performanti sotto il profilo energetico a livelli molto più consoni alle direttive di Bruxelles sarà un lavoro lungo e impegnativo, reso ancor più arduo dal fatto che, nonostante gli evidenti vantaggi che l’adeguamento comporterebbe, quasi il 30% degli italiani sembra intenzionato a rinunciare.
Direttiva case green, i timori degli italiani
Quali sono i timori degli italiani rispetto a un adeguamento che, di fatto, porterà a un miglioramento energetico e a una riduzione delle emissioni di inquinanti? A frenare il 30% dei proprietari di vecchi fabbricati “energivori” è la paura di andare incontro a costi per pratiche e interventi, ma anche gli iter lunghi e complessi e il disagio legato a complessi lavori di ristrutturazione edilizia.
Di fatto però le abitazioni EPBD potranno garantire enormi vantaggi sotto il profilo dei consumi energetici e del comfort abitativo, oltre che sull’impatto ambientale. Ma è possibile fruire dei tantissimi vantaggi senza dover affrontare disagi, iter burocratici e lavori complessi? Acquistando una casa nuova già predisposta per garantire il massimo comfort con i minimi consumi energetici è possibile trovare una soluzione “chiavi in mano” che possa assicurare tutti i vantaggi di un fabbricato Energy Performance of Building Directive“cancellando” i disagi.
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